|
AZZARDO? NO GRAZIE CHI LO SOSTIENE GENERA SOFFERENZE
Dobbiamo gridare
forte e chiaro che il gioco in tutte le sue forme, se diventa
compulsivo e ossessionante, inducendo a sperperare tempo,
energie e denaro, è un cancro per la famiglia e un nemico del
bene comune
Riproduzione parziale
dal n. 172 di "Noi, genitori & figli" del 31/03/2013
di Luciano Moia C'è una nuova, micidiale, gravissima pandemia che si sta allargando a centinaia di migliaia di famiglie. Si chiama gioco d'azzardo. Sindrome tanto più pericolosa quanto più modifica in modo subdolo e devastante il comune modo di pensare e di agire, perché mascherata con i toni lievi del divertimento, e con la falsa promessa del successo facile, del massimo guadagno con il minimo sforzo. Questo miraggio assurdo e dirompente che moltiplica ogni giorno di più le sue lusinghe con un ventaglio di possibilità ormai amplissimo - dalla tabaccheria alle sale gioco alle infinite applicazioni del web - sta così minando al cuore la vita di tanti nuclei familiari. Ecco perché serve una nuova, grande alleanza tra uomini di buona volontà per tagliare i tentacoli all'azzardo. Per gridare chiaro e forte che il gioco, in tutte le sue forme, se diventa compulsivo e ossessionante, se induce a sperperare tempo, energie e denaro - tanto denaro - è un cancro per la famiglia, un nemico per la società. Perché quanto più la famiglia soffre e si disgrega, tanto più la società va in affanno, con costi sociali che raggiungono vette iperboliche. Le associazioni che fanno parte del Cartello contro l'azzardo hanno stimato che il prezzo che la nostra società deve pagare ogni anno al demone dell'azzardo supera i sei miliardi di euro. Cifra imponente che mette a nudo la realtà dei proventi che i Monopoli incassano grazie alle tasse imposte sui vari giochi. E complici di un saccheggio di futuro e di salute sono tutti coloro che diffondono, promuovono e si arricchiscono grazie a queste offerte abbruttenti. Va guardato con sospetto chi si trincera dietro la foglia di fico della legalità per distribuire patenti di sostenibilità etica a questo o quel modo di accostarsi all'azzardo. Falsità e demagogia. Gli studiosi più seri del fenomeno l'hanno messo in luce da tempo. Ora una serie di inchieste da parte delle forze dell'ordine lo sta dimostrando in modo inoppugnabile. Dietro il gioco cosiddetto "legale" ci sono molto spesso, a monte o a valle, in modo occulto o palese, mascherate con sigle di copertura o scatole cinesi di società fittizie, le peggiori organizzazioni criminali legate a mafia, camorra o 'ndrangheta. Secondo le statistiche più credibili sono almeno 10 milioni nel nostro Paese le persone a rischio ludopatia. Se prendessimo la lente d'ingrandimento per guardare in faccia questi malati potenziali ci accorgeremmo che, come spesso capita, si tratta di persone del tutto normali. Mariti e, sempre più spesso, mogli che sfogano nel gioco problemi esistenziali, disagi affettivi, difficoltà legate alle dinamiche relazionali. C'è chi si è appena lasciato alle spalle una separazione traumatica, chi ha perso il lavoro, chi sfoga ansie e frustrazioni. Abbagliare queste persone in difficoltà con il miraggio di una vincita facile e incoraggiarle a provare e riprovare nell'illusione che prima o poi arriverà il grande colpo capace di sanare con un mucchio di denaro tutte le difficoltà della vita, equivale a offrire la dose letale a chi già sta vivendo una condizione da “sballo”. Non a caso il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, denunciando pubblicamente il male rappresentato dalla mentalità e dalla pratica dell'azzardo in tutte le sue forme, ha parlato di "nuove droghe". E chi ogni giorno si confronta con le persone che stanno tentando di uscire da questo abbraccio mortale, non esita a stabilire un rapporto strettissimo tra il ludopatico e il tossico-dipendente. Ecco perché occorre moltiplicare gli sforzi per fermare l’offensiva, isolare chi sostiene l'azzardo, chi lo diffonde attraverso i messaggi pubblicitari, attraverso l’apertura di nuove sale giochi, chi propone sostegni e sponsorizzazioni legati in modo diretto o indi- retto al mondo delle scommesse. Sappiamo che chi prospera e chi alimenta questo grande circo delle illusioni e dell'inganno ha a disposizione risorse ingentissime e le usa anche per pilotare decisioni e calibrare interventi. È un fatto che i provvedimenti del governo per la regolamentazione delle sale gioco, dopo una lunga serie di rinvii, sono stati depotenziati in modo da avere impatto quasi nullo sulle aziende che agiscono in questo mondo malato. È un fatto che le misure decise dal ministero della Sanità per combattere le ludopatie sono state rinviate a data da destinarsi. Dietro il gioco ci sono interessi potenti e montagne di denaro che possono tacitare qualsiasi buon proposito. Ma chi alimenta questo immenso pantano non si illuda. C'è un grande movimento che sta prendendo consapevolezza. Ci sono famiglie, associazioni, comunità, gruppi di cittadini che stanno aprendo gli occhi. Tanti segnali di risveglio - dalle proteste spontanee contro l'apertura di nuove sale gioco all’iniziativa "bar no slot" - fanno pensare che la subcultura dell'azzardo comincia ad avere il fiato corto. E noi non ci stancheremo di sottolinearlo e di dare voce e forza a questa battaglia di pulizia e ragionevolezza. Chi diffonde pratiche che generano sofferenza e solitudine nelle famiglie, chi promuove in modo subdolo e accattivante abitudini che aprono la strada a disagi e patologie anche molto gravi per migliaia e migliaia di persone, non può averla vinta. |